Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli
- Indirizzo
Via Nizza, 230/103 - 10126 Torino - Telefono
+39 011 0062713 - E-mail
segreteria@pinacoteca-agnelli.it - Vai al sito web
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Via Nizza, 230/103 - 10126 TorinoCome arrivareScopri il percorso migliore
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Lingotto (392 m)
metropolitana M1
La Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli è un museo d'arte con sede a Torino.
Inaugurata nel 2002 all'ultimo piano del complesso del Lingotto, la pinacoteca raccoglie una selezione di opere provenienti dalla collezione privata di Gianni e Marella Agnelli.
La collezione è ospitata nello "scrigno", un corpo di acciaio con una superficie di 450 metri quadrati sollevato a 34 metri dalla pista di collaudo sul tetto dello stabilimento. La struttura è opera dell'architetto Renzo Piano. Lo stile architettonico rappresenta un'astronave di cristalli che riprende simbolicamente lo stile futurista della fabbrica originaria.
Oltre alla collezione permanente, il museo ospita periodicamente mostre temporanee d'arte moderna.
Il museo espone ventitré dipinti e due sculture. Tra gli artisti del Settecento spicca il Canaletto, di cui il museo conserva un gruppo di sei vedute di Venezia. A queste si aggiungono due dipinti di Bernardo Bellotto, nipote di Canaletto, che raffigurano scorci di Dresda rispettivamente con la Frauenkirche e la Hofkirche. Completa la collezione settecentesca il dipinto Alabardiere in un paesaggio di Giovan Battista Tiepolo.
Per quanto riguarda l'arte dell'Ottocento la pinacoteca conserva due sculture di Antonio Canova nonché La bagnante bionda di Pierre-Auguste Renoir e La Négresse di Édouard Manet.
Ad aprire la sezione sul Novecento è Pablo Picasso con L'Hétaire risalente al periodo blu. Ancora di Picasso è il dipinto cubista Uomo appoggiato a un tavolo degli anni 1915-16. Agli stessi anni risale lo splendido nudo femminile di Amedeo Modigliani. Sette pregevoli dipinti di Henri Matisse costituiscono il nucleo più corposo di opere posseduto dalla pinacoteca. Infine il museo vanta due lavori futuristi rispettivamente di Gino Severini e di Giacomo Balla.
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