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Chiamala Roma - Fotografie di Sandro Becchetti 1968 - 2013

Chiamala Roma - Fotografie di Sandro Becchetti 1968 - 2013

Museo di Roma in Trastevere

mostre

Chiamala Roma - Fotografie di Sandro Becchetti 1968 - 2013

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Chiamala Roma - Fotografie di Sandro Becchetti 1968 - 2013
EVENTO TERMINATO
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Museo di Roma in Trastevere
Piazza S. Egidio, 1/b

Il senso di questa esposizione è una rivisitazione personale e poetica della città, che Becchetti mette in atto attraverso gran parte della produzione dedicata dal fotografo alla capitale, evidenziando l’unicità di una città contraddittoria e complessa.

Attraverso circa 180 fotografie in bianco e nero, in gran parte vintage e selezionate dal vasto Archivio Sandro Becchetti, il percorso espositivo offre una rivisitazione personale e poetica di Roma, che caratterizza gran parte della produzione che Becchetti ha dedicato alla capitale, nel tentativo di evidenziare l’unicità di una città contraddittoria e complessa. Nelle parole di Becchetti: “Attraverso l’obiettivo delle mie Pentax osservai una città in tellurico sconvolgimento sociale.. antropologico.. segnata da un’ansia di rinnovamento capace di spaccare la gerarchia fossilizzata dalle classi sociali e di cancellare… un’antica idea di sudditanza… È in quegli anni che ho potuto conoscere e fotografare a Roma molti tra i più importanti protagonisti del mondo artistico e culturale, italiano e internazionale, dell’epoca quali Ungaretti, Borges, Pasolini, Penna, Hitchcock, de Chirico per citarne alcuni”.

Lo sguardo di Becchetti si sofferma su una città che repentinamente cambia volto, per fissare quei dettagli che non solo esaltano la sua antica e indubbia bellezza ma che svelano con ironia e affetto le trasformazioni di un territorio e dei suoi abitanti. Le persone comuni che la abitano, come le personalità che vi soggiornano per brevi o lunghi periodi, ne assorbono il clima e le suggestioni e diventano testimoni del genius loci romano, indipendentemente da dove siano fotografati – ai margini della città tra le nuove borgate e le antiche mura, o immortalati nelle stanze austere dei vecchi e storici palazzi, o tra i quadri d’autore e le tappezzerie delle abitazioni borghesi.

La mostra evidenzia, inoltre, l’importanza e il ruolo fondamentale degli archivi fotografici, sia privati che pubblici, nel ricostruire la memoria di un territorio dal punto di vista storico, sociale e soprattutto culturale.

Il percorso espositivo si snoda lungo cinque sezioni – i cui titoli sono ripresi dai testi dello stesso Becchetti (così come il titolo della mostra stessa) – e propone, a corredo delle fotografie, anche filmati, documenti cartacei d’epoca e oggetti appartenuti o realizzati dall’autore, quali macchine fotografiche e sculture in legno, esposte nelle diverse sale espositive.

Nella prima sezione, dal titolo Chiamala Roma, una serie di immagini contrastanti, risalenti ai primi anni Sessanta dello scorso secolo fino al 2013, percorrono la capitale dalle periferie, dalle borgate e dai borghetti fino al centro storico, raffigurando una città accogliente e nello stesso tempo impegnativa. Sono proprio le contraddizioni e le fascinazioni, in un continuo alternarsi di stati emotivi, a segnare la cifra stilistica del lavoro di Becchetti.

La seconda sezione, dal titolo Un altro ’68, offre una carrellata di foto, mai scontate, degli anni cruciali delle lotte studentesche e, soprattutto, operaie. Becchetti non nasconde di schierarsi, anche con grande empatia, dalla parte delle classi operaie e contadine rispetto a quella dei giovani contestatori; eppure le sue foto raccontano sia i movimenti e i gruppi extraparlamentari che gli operai e le forze sociali, senza dimenticare il ruolo fondamentale che riveste, in quegli anni, la carta stampata. I vari quotidiani, Il Manifesto, Paese Sera, l’Unità, Il Messaggero e la stampa alternativa appaiono spesso tra le mani delle persone ritratte, a evidenziare una consapevolezza politica e culturale tipica di quegli anni.

Nella terza sezione, dal titolo Una mia idea di galleria, si alternano circa 40 ritratti di personalità internazionali del mondo della cultura, della politica e dello spettacolo, fotografati spesso da Sandro Becchetti per il quotidiano Il Messaggero e commissionati per “corredare” la storica terza pagina del giornale romano. Una narrazione personale e arguta dove i vari personaggi – Alfred Hitchcock, Claudia Cardinale, Carmelo Bene, Bernardo Bertolucci, Federico Fellini, etc. – sono immortalati alcuni nelle loro abitazioni, altri nelle stanze di albergo ove soggiornano nella capitale, prestandosi allo sguardo spesso ironico e beffardo del fotografo.

La quarta sezione, dal titolo Lo sguardo gelido e tagliente del poeta, è dedicata al servizio fotografico realizzato nel 1971 da Sandro Becchetti per il quotidiano Il Messaggero su Pier Paolo Pasolini, presso la sua abitazione nel quartiere EUR. Nel breve spazio temporale di un’ora e mezza il fotografo scatta circa 60 immagini e ne sceglie una decina per la pubblicazione, alcune delle quali resteranno tra le più conosciute del poeta. Tra esse, la famosa immagine di Pasolini che mostra tra le mani il volumetto “Le ceneri di Gramsci”, che scrisse nel 1957. Dopo l’esposizione presso il Centro Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia, sono esposte per la prima volta a Roma le immagini dell’intero servizio, che ritraggono Pasolini nei vari ambienti della casa e che, soprattutto, testimoniano l’intenso rapporto tra il poeta e sua madre Susanna.

Conclude il percorso espositivo la quinta sezione, dal titolo Un’altra storia, che racconta “altri” luoghi, “altri” volti e “altre” storie, reportage realizzati da Becchetti fuori dalla città di Roma, dalla quale si allontana con la sua famiglia per trasferirsi a Lugnano in Teverina, in Umbria. Le immagini esposte ritraggono alcuni aspetti della vita contadina nella campagna romana e umbra, o scene riprese in cittadine italiane ed estere. Con particolare sensibilità il fotografo traccia un racconto a tratti antropologico dei territori esplorati, in altri casi il suo obiettivo offre visioni di scenari metafisici e felliniani.

In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo, edito dalla casa editrice romana Postcard, specializzata in fotografia – con il contributo di Vetrolatino di Lucio Caccialupi. La pubblicazione, a cura di Silvana Bonfili con Gianna Bellavia e Valentina Gregori, ripercorre attraverso le immagini fotografiche di Sandro Becchetti e di alcuni suoi scritti, le tematiche esposte e si avvale, oltre ai testi critici delle curatrici del prezioso contributo di Ascanio Celestini e di Francesco De Gregori.

L’esposizione è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con Archivio Becchetti, Postcart edizioni, Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia e Sistema Museo di Perugia. A cura di Silvana Bonfili con Valentina Gregori. Organizzazione Zètema Progetto Cultura. Catalogo edito Postcard.

ORARIO

Dal martedì alla domenica ore 10.00-20.00 

Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura

Roma Pass 48/72H
Pubblicità

Il senso di questa esposizione è una rivisitazione personale e poetica della città, che Becchetti mette in atto attraverso gran parte della produzione dedicata dal fotografo alla capitale, evidenziando l’unicità di una città contraddittoria e complessa.

Attraverso circa 180 fotografie in bianco e nero, in gran parte vintage e selezionate dal vasto Archivio Sandro Becchetti, il percorso espositivo offre una rivisitazione personale e poetica di Roma, che caratterizza gran parte della produzione che Becchetti ha dedicato alla capitale, nel tentativo di evidenziare l’unicità di una città contraddittoria e complessa. Nelle parole di Becchetti: “Attraverso l’obiettivo delle mie Pentax osservai una città in tellurico sconvolgimento sociale.. antropologico.. segnata da un’ansia di rinnovamento capace di spaccare la gerarchia fossilizzata dalle classi sociali e di cancellare… un’antica idea di sudditanza… È in quegli anni che ho potuto conoscere e fotografare a Roma molti tra i più importanti protagonisti del mondo artistico e culturale, italiano e internazionale, dell’epoca quali Ungaretti, Borges, Pasolini, Penna, Hitchcock, de Chirico per citarne alcuni”.

Lo sguardo di Becchetti si sofferma su una città che repentinamente cambia volto, per fissare quei dettagli che non solo esaltano la sua antica e indubbia bellezza ma che svelano con ironia e affetto le trasformazioni di un territorio e dei suoi abitanti. Le persone comuni che la abitano, come le personalità che vi soggiornano per brevi o lunghi periodi, ne assorbono il clima e le suggestioni e diventano testimoni del genius loci romano, indipendentemente da dove siano fotografati – ai margini della città tra le nuove borgate e le antiche mura, o immortalati nelle stanze austere dei vecchi e storici palazzi, o tra i quadri d’autore e le tappezzerie delle abitazioni borghesi.

La mostra evidenzia, inoltre, l’importanza e il ruolo fondamentale degli archivi fotografici, sia privati che pubblici, nel ricostruire la memoria di un territorio dal punto di vista storico, sociale e soprattutto culturale.

Il percorso espositivo si snoda lungo cinque sezioni – i cui titoli sono ripresi dai testi dello stesso Becchetti (così come il titolo della mostra stessa) – e propone, a corredo delle fotografie, anche filmati, documenti cartacei d’epoca e oggetti appartenuti o realizzati dall’autore, quali macchine fotografiche e sculture in legno, esposte nelle diverse sale espositive.

Nella prima sezione, dal titolo Chiamala Roma, una serie di immagini contrastanti, risalenti ai primi anni Sessanta dello scorso secolo fino al 2013, percorrono la capitale dalle periferie, dalle borgate e dai borghetti fino al centro storico, raffigurando una città accogliente e nello stesso tempo impegnativa. Sono proprio le contraddizioni e le fascinazioni, in un continuo alternarsi di stati emotivi, a segnare la cifra stilistica del lavoro di Becchetti.

La seconda sezione, dal titolo Un altro ’68, offre una carrellata di foto, mai scontate, degli anni cruciali delle lotte studentesche e, soprattutto, operaie. Becchetti non nasconde di schierarsi, anche con grande empatia, dalla parte delle classi operaie e contadine rispetto a quella dei giovani contestatori; eppure le sue foto raccontano sia i movimenti e i gruppi extraparlamentari che gli operai e le forze sociali, senza dimenticare il ruolo fondamentale che riveste, in quegli anni, la carta stampata. I vari quotidiani, Il Manifesto, Paese Sera, l’Unità, Il Messaggero e la stampa alternativa appaiono spesso tra le mani delle persone ritratte, a evidenziare una consapevolezza politica e culturale tipica di quegli anni.

Nella terza sezione, dal titolo Una mia idea di galleria, si alternano circa 40 ritratti di personalità internazionali del mondo della cultura, della politica e dello spettacolo, fotografati spesso da Sandro Becchetti per il quotidiano Il Messaggero e commissionati per “corredare” la storica terza pagina del giornale romano. Una narrazione personale e arguta dove i vari personaggi – Alfred Hitchcock, Claudia Cardinale, Carmelo Bene, Bernardo Bertolucci, Federico Fellini, etc. – sono immortalati alcuni nelle loro abitazioni, altri nelle stanze di albergo ove soggiornano nella capitale, prestandosi allo sguardo spesso ironico e beffardo del fotografo.

La quarta sezione, dal titolo Lo sguardo gelido e tagliente del poeta, è dedicata al servizio fotografico realizzato nel 1971 da Sandro Becchetti per il quotidiano Il Messaggero su Pier Paolo Pasolini, presso la sua abitazione nel quartiere EUR. Nel breve spazio temporale di un’ora e mezza il fotografo scatta circa 60 immagini e ne sceglie una decina per la pubblicazione, alcune delle quali resteranno tra le più conosciute del poeta. Tra esse, la famosa immagine di Pasolini che mostra tra le mani il volumetto “Le ceneri di Gramsci”, che scrisse nel 1957. Dopo l’esposizione presso il Centro Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia, sono esposte per la prima volta a Roma le immagini dell’intero servizio, che ritraggono Pasolini nei vari ambienti della casa e che, soprattutto, testimoniano l’intenso rapporto tra il poeta e sua madre Susanna.

Conclude il percorso espositivo la quinta sezione, dal titolo Un’altra storia, che racconta “altri” luoghi, “altri” volti e “altre” storie, reportage realizzati da Becchetti fuori dalla città di Roma, dalla quale si allontana con la sua famiglia per trasferirsi a Lugnano in Teverina, in Umbria. Le immagini esposte ritraggono alcuni aspetti della vita contadina nella campagna romana e umbra, o scene riprese in cittadine italiane ed estere. Con particolare sensibilità il fotografo traccia un racconto a tratti antropologico dei territori esplorati, in altri casi il suo obiettivo offre visioni di scenari metafisici e felliniani.

In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo, edito dalla casa editrice romana Postcard, specializzata in fotografia – con il contributo di Vetrolatino di Lucio Caccialupi. La pubblicazione, a cura di Silvana Bonfili con Gianna Bellavia e Valentina Gregori, ripercorre attraverso le immagini fotografiche di Sandro Becchetti e di alcuni suoi scritti, le tematiche esposte e si avvale, oltre ai testi critici delle curatrici del prezioso contributo di Ascanio Celestini e di Francesco De Gregori.

L’esposizione è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con Archivio Becchetti, Postcart edizioni, Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia e Sistema Museo di Perugia. A cura di Silvana Bonfili con Valentina Gregori. Organizzazione Zètema Progetto Cultura. Catalogo edito Postcard.

ORARIO

Dal martedì alla domenica ore 10.00-20.00 

Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura


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