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Foro di Traiano

Monumenti

Foro di Traiano


Il Foro di Traiano, ricordato anche come Forum Ulpium in alcune fonti, è il più esteso e monumentale dei Fori Imperiali di Roma, l'ultimo in ordine cronologico.

Costruito dall'imperatore Traiano con il bottino di guerra ricavato dalla conquista della Dacia e inaugurato, secondo i Fasti ostiensi, nel 112, il foro si disponeva parallelamente al Foro di Cesare e perpendicolarmente a quello di Augusto. Il progetto della struttura è attribuito all'architetto Apollodoro di Damasco.

Il complesso, che misurava 300 m di lunghezza e 185 di larghezza, comprendeva la piazza forense, la Basilica Ulpia, un cortile porticato con la Colonna Traiana e due biblioteche. La presenza del tempio del Divo Traiano e di Plotina, aggiunto da Adriano, sembra essere stata accertata, dopo varie proposte alternative rivelatesi infondate, al di sotto di Palazzo Valentini, dove era tradizionalmente collocato.

DESCRIZIONE
Il foro (300 x 185 metri) si disponeva parallelamente al Foro di Cesare (a nord-ovest di questo) e perpendicolarmente a quello di Augusto, con la basilica sopraelevata di alcuni gradini. Tutti gli edifici del Foro di Traiano erano ricoperti di marmi e stucchi, nonché adorni di sculture e pitture parietali.

Il complesso comprendeva, nell'ordine:

  • un ingresso formato da un'aula quadrata con quadriportico centrale;
  • la piazza forense vera e propria (m 116 x 95), con il lato d'ingresso convesso, ornata dalla grande statua equestre dell'imperatore, spostata verso il lato di ingresso;
  • due esedre semicircolari ai lati della piazza;
  • la Basilica Ulpia, un cortile porticato con la famosa Colonna Traiana e le due biblioteche, greca e latina

Il foro vero e proprio era costituito da una vasta piazza rettangolare con portici sui due lati, chiusa sul fondo dalla Basilica Ulpia e ornata dalla colossale statua equestre di Traiano. La piazza era pavimentata con circa tremila lastre rettangolari di marmo bianco.

La Basilica Ulpia, il cui nome deriva dal gentilizio dell'imperatore, chiudeva il lato nord-occidentale della piazza con il suo lato lungo, rialzato per mezzo di tre gradini. Si trattava della più grande basilica mai costruita a Roma. Misurava 170 metri lungo l'asse maggiore e quasi 60 lungo quello minore. La facciata era articolata da tre avancorpi sporgenti, come mostra bene la monetazione di quegli anni, ed era sormontata anch'essa da un attico con sculture di prigionieri daci in marmo bianco lunense (alte circa 2,5 metri, con retro poco lavorato per essere ancorate alla parete), che in questo caso si alternavano a pannelli decorati in rilievo con cataste di armi.

All'interno la basilica era divisa in cinque navate, fra le quali la più ampia risultava quella centrale, circondata sui quattro lati dalle navate laterali, separate per mezzo di colonne con fusti in granito. Della ricca decorazione del fregio restano solo dei frammenti, su cui sono rappresentate Vittorie che sacrificano tori o che adornano candelabri con ghirlande. La navata centrale presentava un secondo piano, con un colonnato, e forse anche un terzo simile, con fusti lisci in marmo cipollino. Sui lati corti, dietro lo schermo di una terza fila di colonne, si aprivano due absidi.

Alle spalle della Basilica Ulpia si trovavano due ambienti disposti simmetricamente ai lati del cortile in cui sorge la Colonna Traiana; si tratta di due ampie sale con pareti ornate da due ordini di colonne, nelle quali si aprivano nicchie accessibili mediante alcuni gradini, mentre sul lato di fondo il colonnato formava un'edicola con frontone che doveva ospitare una statua. Gli ambienti erano pavimentati con grandi lastre in granito grigio, riquadrate da fasce in marmo giallo antico.

Nello stretto cortile tra le due biblioteche, chiuso dal muro di fondo della basilica e fiancheggiato dai portici con fusti in marmo pavonazzetto che precedevano la facciata dei due ambienti, si trovava la Colonna Traiana, l'unico elemento giunto pressoché intatto del complesso del foro. Questa colonna onoraria, monumento funerario e celebrativo delle imprese militari dell'optimus princeps, è un'opera di rara bellezza e originalità sulla quale, sotto la guida del grande architetto Apollodoro di Damasco, numerosi scultori lavorarono a 155 scene e 2.500 figure, fino al giorno dell'inaugurazione (avvenuta il 12 maggio del 113). Nel fregio figurato della colonna, che è alta cento piedi romani (29,78 metri), furono scolpite le imprese militari dell'imperatore e dei suoi generali, forse prendendo spunto dagli stessi Commentarii di Traiano, scritti ad imitazione di quelli di Cesare. La "narrazione in pietra più perfetta che si conosca" (Italo Calvino) si sviluppava sul fusto similmente ad un rotolo di papiro (volumen) e per questo la colonna fu significativamente posta fra le due biblioteche del foro, la latina e la greca.

CURIOSITA'
All'interno dell'area del foro si trova una colonia isolata di granchi d'acqua dolce della specie Potamon fluviatile. Tale specie è oggetto di studi di mappaggio genetico da parte della comunità scientifica. Si tratta di una comunità isolata, che manifesta caratteristiche di gigantismo e sembra ambientata da lungo tempo nel sistema fognario del complesso monumentale. Probabilmente la sua presenza risale al tempo nel quale, nei mercati traianei, si vendevano pesci e crostacei e si allevavano gamberi e granchi. Forse questi animali sono sopravvissuti adattandosi alla vita "cittadina" fino in età contemporanea. I Potamon romani sono circa un migliaio.

Fonte: Wikipedia

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