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Francesco Tesei - Telepathy

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Teatro Lirico Giorgio Gaber

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EVENTO TERMINATO
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In quanto mentalista, Francesco Tesei ha sempre provato a “leggere il pensiero” delle persone, una capacità spesso descritta con la parola Telepatia.

Il periodo che stiamo vivendo, però, ha imposto il concetto di distanziamento sociale come assoluta priorità.

È quindi particolarmente importante, ed attuale, tornare al significato etimologico della parola: Tele-Pathos, che significa – dal greco – “passione condivisa a distanza”.

Con questo nuovo spettacolo, figlio del momento che stiamo vivendo, il mentalista spera di accorciare le distanze tra le persone, tornando a giocare con interazioni fondate sulle parole ma anche su gesti, azioni, respiri e sorrisi.

Per gettare la maschera, vivere emozioni reali e non virtuali, e costruire assieme alla partecipazione attiva del pubblico qualcosa che potremmo definire con un neologismo: telempatia.

Nessun potere sovrannaturale o paranormale, dunque, ma solo il desiderio e il bisogno di ricominciare a condividere esperienze tipicamente umane, come la meraviglia e lo stupore, in maniera empatica.

In Telepathy, Tesei incarna la fragilità della condizione dell’uomo in relazione al contesto  attuale, approcciando il tema in maniera trasversale ed allegorica attraverso continui  riferimenti ad un personaggio fondamentale della drammaturgia: l’Amleto, riflesso e simbolo  dell’incertezza di un’epoca altrettanto sospesa tra un “prima” e un “dopo”. 

Io potrei viver confinato  in un guscio di noce,  E tuttavia ritenermi signore   d’uno spazio sconfinato. 

Come tutti noi, anche Amleto è smarrito e confuso.  

Anche impaurito, forse.  

Agli occhi degli altri personaggi Amleto sembra impazzito, ma solo perché l’uso sistematico e coraggioso del suo pensiero appartiene quasi completamente al domani, e per questo sembra rivolgersi a tutti noi. Soprattutto ai giovani del nostro presente, ai quali è affidato il  compito di rimettere in sesto un mondo che è, come lo descriverebbe Amleto, Out of joint,  cioè “fuori squadro”.  

Allo stesso modo, anche il mentalista deve trovare nuove risorse per ricominciare, dopo mesi  di “isolamento” che sembrano aver messo a dura prova la sua stessa mente e il suo spirito.  Appare infatti a tratti quasi delirante e dissennato, eppure – come dice Polonio riferendosi ad  Amleto – “Sebbene questa sia pazzia, c’è però del metodo.

 

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In quanto mentalista, Francesco Tesei ha sempre provato a “leggere il pensiero” delle persone, una capacità spesso descritta con la parola Telepatia.

Il periodo che stiamo vivendo, però, ha imposto il concetto di distanziamento sociale come assoluta priorità.

È quindi particolarmente importante, ed attuale, tornare al significato etimologico della parola: Tele-Pathos, che significa – dal greco – “passione condivisa a distanza”.

Con questo nuovo spettacolo, figlio del momento che stiamo vivendo, il mentalista spera di accorciare le distanze tra le persone, tornando a giocare con interazioni fondate sulle parole ma anche su gesti, azioni, respiri e sorrisi.

Per gettare la maschera, vivere emozioni reali e non virtuali, e costruire assieme alla partecipazione attiva del pubblico qualcosa che potremmo definire con un neologismo: telempatia.

Nessun potere sovrannaturale o paranormale, dunque, ma solo il desiderio e il bisogno di ricominciare a condividere esperienze tipicamente umane, come la meraviglia e lo stupore, in maniera empatica.

In Telepathy, Tesei incarna la fragilità della condizione dell’uomo in relazione al contesto  attuale, approcciando il tema in maniera trasversale ed allegorica attraverso continui  riferimenti ad un personaggio fondamentale della drammaturgia: l’Amleto, riflesso e simbolo  dell’incertezza di un’epoca altrettanto sospesa tra un “prima” e un “dopo”. 

Io potrei viver confinato  in un guscio di noce,  E tuttavia ritenermi signore   d’uno spazio sconfinato. 

Come tutti noi, anche Amleto è smarrito e confuso.  

Anche impaurito, forse.  

Agli occhi degli altri personaggi Amleto sembra impazzito, ma solo perché l’uso sistematico e coraggioso del suo pensiero appartiene quasi completamente al domani, e per questo sembra rivolgersi a tutti noi. Soprattutto ai giovani del nostro presente, ai quali è affidato il  compito di rimettere in sesto un mondo che è, come lo descriverebbe Amleto, Out of joint,  cioè “fuori squadro”.  

Allo stesso modo, anche il mentalista deve trovare nuove risorse per ricominciare, dopo mesi  di “isolamento” che sembrano aver messo a dura prova la sua stessa mente e il suo spirito.  Appare infatti a tratti quasi delirante e dissennato, eppure – come dice Polonio riferendosi ad  Amleto – “Sebbene questa sia pazzia, c’è però del metodo.

 


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