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Colazione a Melbourne e pranzo a Yokohama

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Castello D'Albertis - Museo delle Culture del Mondo

mostre

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Colazione a Melbourne e pranzo a Yokohama
EVENTO TERMINATO
Avvertenze Le informazioni sugli eventi sono soggette a modifiche. Controlla il link di dettaglio dell'evento per gli aggiornamenti più recenti riguardanti prezzi, disponibilità e date.

Una mostra che  prende il suo avvio dai ricordi materiali di varia natura che sono tornati nel 1878 al Castello D'Albertis di Genova dal primo viaggio intorno al mondo del Capitano d’Albertis, dal Borneo al Perù, attraverso India, Australia e Nuova Zelanda, Cina e Giappone, Stati Uniti e Centroamerica.

Allestiti come in una camera delle meraviglie e riproposti in trofei di caccia secondo l’allestimento dell’epoca voluto dal Capitano d’Albertis, questi oggetti materializzano lo sguardo ottocentesco verso l’Altro, che in mostra ci accompagna fino ai nostri giorni, aiutandoci a passare da una concezione in cui le popolazioni indigene extraeuropee erano trattate come oggetto di scatti fotografici ed esposizioni esoticheggianti ad una in cui vengono coinvolte come soggetto a pieno titolo della rappresentazione e della storia.

Tra le numerose storie di incontri dietro a questo viaggio, ce n’è una in particolare che ha aperto per il museo nuove e inaspettate narrative e connessioni: la ricevuta di acquisto dallo studio di Melbourne del fotografo tedesco J.W. Lindt (1845-1926) di immagini scattate in Australia (Clarence River Valley), scatti di staged photography, costruiti appunto in studio da Lindt stesso, che ritrae Aborigeni australiani e “pittoreschi” paesaggi, assai imbevuti di positivismo coloniale.

In questa prospettiva, la partecipazione al nostro progetto da parte del massimo esperto di J.W. Lindt, lo storico della fotografia australiano Ken Orchard, ci ha fornito informazioni e contenuti su queste immagini inedite, che a loro volta hanno contribuito a rispondere ad interrogativi ancora aperti sulla vita e le opere di questo grande fotografo.

La collaborazione con la ricercatrice Monica Galassi e il suo progetto Archivi Aborigeni in Italia hanno messo in luce l’importanza di queste fotografie per la ricostruzione della storia coloniale australiana. La collaborazione con Marika Duczynski (Aborigena, del gruppo Gamilaraay) ha messo in luce come questa documentazione sia preziosa perché connessa a persone e culture viventi e non ferme nel tempo. Il progetto include una piattaforma digitale fruibile in mostra che sta rendendo accessibili alle popolazioni Aborigene, come alle istituzioni culturali occidentali, immagini ed informazioni creando uno spazio di reciproca collaborazione.

L’incontro nel 1878 del d’Albertis con Edoardo Chiossone viene celebrato con una sala dedicata che combina le opere acquistate dal Capitano a interessanti integrazioni dal Museo d’Arte Orientale E. Chiossone, quale un albo di fotografie di usi e costumi giapponesi che mette in luce la prassi internazionale di fine ‘800 dell’uso della fotografia come strumento e segno di appropriazione.

I diversi filoni tematici di questa mostra (l’albo di viaggio come narrazione ottocentesca e la sua fruizione digitale, il ritrovamento del corpus di fotografie di J.W.Lindt acquistate dal Capitano d’Albertis e lo sguardo dell’epoca sull’Altro, il Giappone e l’incontro con E. Chiossone (in collaborazione con il Museo di Arte Orientale E. Chiossone) ha quindi il suo climax nella cura delle relazioni con le popolazioni di provenienza delle collezioni, tema cardine degli ultimi decenni e nei processi di decolonizzazione in corso nei musei di antropologia di tutto il mondo. 

INAUGURAZIONE
mercoledì 17 novembre 2021, ore 17.30
ingresso libero, prenotazione obbligatoria.  

 

EVENTI COLLATERALI (eventi gratuiti, per l’occasione ingresso a mostra e museo con biglietto ridotto)
Giovedì 25 novembre, ore 17,30, ingresso gratuito all’evento
Clelia Belgrado: l’opera fotografica di J.W. Lindt nel contesto dell’impressionismo australiano. 
Dalle 16,30 incontro in mostra con la curatrice Maria Camilla De Palma (previo biglietto di ingresso).

Giovedì 2 dicembre ore 17,30, ingresso gratuito all’evento 
Paola Farinella Grana, Immagini dal mondo altro. Orizzonti visuali sull'alterità amerindiana, edito da Città del silenzio, con la partecipazione di Francesco Surdich.
Dalle 16,30 incontro in mostra con la curatrice Maria Camilla De Palma (previo biglietto di ingresso).

Sono inoltre previste visite accompagnate alla mostra la domenica mattina, a cura della Cooperativa Solidarietà e Lavoro, che gestisce il museo posti limitati, prenotazione obbligatoria, costo € 7 incluso biglietto di ingresso al museo).

 

ORARI DI APERTURA
Il museo è aperto dal martedì al venerdì 10 - 17; sabato e domenica 10 -18
Accesso consentito a visitatori muniti di Green Pass

BIGLIETTI DI INGRESSO
La mostra è visitabile liberamente con il biglietto di ingresso al museo.

Intero 6 €
Ridotto 4,50 € ragazzi da 5 a 12 anni, over 65 anni (cittadini UE), convenzionati, disabili.
Gratuito bambini da 0 a 4 anni, accompagnatori disabili

COME ARRIVARE 
È possibile raggiungere il museo anche con i mezzi pubblici: a 50 m dalla stazione di Genova Piazza Principe è disponibile il comodo e avveniristico ascensore di Montegalletto – Castello D'Albertis.

PRENOTAZIONI MUSEO
al numero 0102723820
oppure scrivendo a biglietteriadalbertis@comune.genova.it castellodalbertis@solidarietaelavoro.it

PRENOTAZIONI BONTON BISTROT
391 7610087
oppure info@bontoncatering.com

 

Ho Mobile - 200GB a 9,99€
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Una mostra che  prende il suo avvio dai ricordi materiali di varia natura che sono tornati nel 1878 al Castello D'Albertis di Genova dal primo viaggio intorno al mondo del Capitano d’Albertis, dal Borneo al Perù, attraverso India, Australia e Nuova Zelanda, Cina e Giappone, Stati Uniti e Centroamerica.

Allestiti come in una camera delle meraviglie e riproposti in trofei di caccia secondo l’allestimento dell’epoca voluto dal Capitano d’Albertis, questi oggetti materializzano lo sguardo ottocentesco verso l’Altro, che in mostra ci accompagna fino ai nostri giorni, aiutandoci a passare da una concezione in cui le popolazioni indigene extraeuropee erano trattate come oggetto di scatti fotografici ed esposizioni esoticheggianti ad una in cui vengono coinvolte come soggetto a pieno titolo della rappresentazione e della storia.

Tra le numerose storie di incontri dietro a questo viaggio, ce n’è una in particolare che ha aperto per il museo nuove e inaspettate narrative e connessioni: la ricevuta di acquisto dallo studio di Melbourne del fotografo tedesco J.W. Lindt (1845-1926) di immagini scattate in Australia (Clarence River Valley), scatti di staged photography, costruiti appunto in studio da Lindt stesso, che ritrae Aborigeni australiani e “pittoreschi” paesaggi, assai imbevuti di positivismo coloniale.

In questa prospettiva, la partecipazione al nostro progetto da parte del massimo esperto di J.W. Lindt, lo storico della fotografia australiano Ken Orchard, ci ha fornito informazioni e contenuti su queste immagini inedite, che a loro volta hanno contribuito a rispondere ad interrogativi ancora aperti sulla vita e le opere di questo grande fotografo.

La collaborazione con la ricercatrice Monica Galassi e il suo progetto Archivi Aborigeni in Italia hanno messo in luce l’importanza di queste fotografie per la ricostruzione della storia coloniale australiana. La collaborazione con Marika Duczynski (Aborigena, del gruppo Gamilaraay) ha messo in luce come questa documentazione sia preziosa perché connessa a persone e culture viventi e non ferme nel tempo. Il progetto include una piattaforma digitale fruibile in mostra che sta rendendo accessibili alle popolazioni Aborigene, come alle istituzioni culturali occidentali, immagini ed informazioni creando uno spazio di reciproca collaborazione.

L’incontro nel 1878 del d’Albertis con Edoardo Chiossone viene celebrato con una sala dedicata che combina le opere acquistate dal Capitano a interessanti integrazioni dal Museo d’Arte Orientale E. Chiossone, quale un albo di fotografie di usi e costumi giapponesi che mette in luce la prassi internazionale di fine ‘800 dell’uso della fotografia come strumento e segno di appropriazione.

I diversi filoni tematici di questa mostra (l’albo di viaggio come narrazione ottocentesca e la sua fruizione digitale, il ritrovamento del corpus di fotografie di J.W.Lindt acquistate dal Capitano d’Albertis e lo sguardo dell’epoca sull’Altro, il Giappone e l’incontro con E. Chiossone (in collaborazione con il Museo di Arte Orientale E. Chiossone) ha quindi il suo climax nella cura delle relazioni con le popolazioni di provenienza delle collezioni, tema cardine degli ultimi decenni e nei processi di decolonizzazione in corso nei musei di antropologia di tutto il mondo. 

INAUGURAZIONE
mercoledì 17 novembre 2021, ore 17.30
ingresso libero, prenotazione obbligatoria.  

 

EVENTI COLLATERALI (eventi gratuiti, per l’occasione ingresso a mostra e museo con biglietto ridotto)
Giovedì 25 novembre, ore 17,30, ingresso gratuito all’evento
Clelia Belgrado: l’opera fotografica di J.W. Lindt nel contesto dell’impressionismo australiano. 
Dalle 16,30 incontro in mostra con la curatrice Maria Camilla De Palma (previo biglietto di ingresso).

Giovedì 2 dicembre ore 17,30, ingresso gratuito all’evento 
Paola Farinella Grana, Immagini dal mondo altro. Orizzonti visuali sull'alterità amerindiana, edito da Città del silenzio, con la partecipazione di Francesco Surdich.
Dalle 16,30 incontro in mostra con la curatrice Maria Camilla De Palma (previo biglietto di ingresso).

Sono inoltre previste visite accompagnate alla mostra la domenica mattina, a cura della Cooperativa Solidarietà e Lavoro, che gestisce il museo posti limitati, prenotazione obbligatoria, costo € 7 incluso biglietto di ingresso al museo).

 

ORARI DI APERTURA
Il museo è aperto dal martedì al venerdì 10 - 17; sabato e domenica 10 -18
Accesso consentito a visitatori muniti di Green Pass

BIGLIETTI DI INGRESSO
La mostra è visitabile liberamente con il biglietto di ingresso al museo.

Intero 6 €
Ridotto 4,50 € ragazzi da 5 a 12 anni, over 65 anni (cittadini UE), convenzionati, disabili.
Gratuito bambini da 0 a 4 anni, accompagnatori disabili

COME ARRIVARE 
È possibile raggiungere il museo anche con i mezzi pubblici: a 50 m dalla stazione di Genova Piazza Principe è disponibile il comodo e avveniristico ascensore di Montegalletto – Castello D'Albertis.

PRENOTAZIONI MUSEO
al numero 0102723820
oppure scrivendo a biglietteriadalbertis@comune.genova.it castellodalbertis@solidarietaelavoro.it

PRENOTAZIONI BONTON BISTROT
391 7610087
oppure info@bontoncatering.com

 


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